Da oggi il nostro sito cercherà di aiutare i nostri lettori nella conoscenza dell’attuale nemico pubblico numero 1: il Covid-19. Più lo si conosce e meglio lo si potra’ sconfiggere.
Pubblicheremo diversi articoli che affronteranno le problematiche più utili e interessanti, dai vaccini presenti e futuri, alla terapia, alla prevenzione.
Gli articoli sono stati scritti da medici e professionisti del settore che fanno parte della nostra associazione. Iniziamo con un articolo scritto dal Dott. Giovanni Mannino che illustra in modo semplice e sintetico le varie problematiche legate al virus.

INTRODUZIONE
Nel terzo quadrimestre del 2019 l’Italia è stata colpita da una infezione virale epidemica – successivamente pandemica – scatenata da un virus, (della famiglia dei Coronavirus, a cui appartengono gli agenti eziologici della Sars e della Mers,) che provoca una malattia – spesso letale – chiamata Covid-19 (Coronavirus disease-2019).
Schematicamente tra i microrganismi infettivi distinguiamo i protozoi, i batteri ed i virus: sono tutte piccole particelle biologiche in grado di aggredire un animale ospite (tra cui l’uomo), determinando una infezione (nel caso di protozoi si parla propriamente di infestazione). Nel caso in cui – parliamo soprattutto di batteri e virus – dimostrano particolare aggressività (attraverso produzione di specifiche sostanze e/o moltiplicazione con successiva invasione e/o altri meccanismi che determinano una riduzione dei poteri di difesa dell’ospite) si definiscono patogeni ed inducono una particolare modificazione delle caratteristiche biologiche del soggetto infettato chiamata malattia.
Chiaramente le caratteristiche della malattia dipendono dall’organo (o dagli organi) interessato/i: potremo così avere meningiti, encefaliti, miocarditi, polmoniti, cistiti ecc., ecc. diagnosticata attraverso precisi sintomi ed esami siero ematologici o strumentali. Nel caso in cui la malattia non mostra sintomi (= la malattia è asintomatica) si parla di portatore (non mostra segni di malattia ma è in grado di trasmetterla). La capacità di contagiare si definisce virulenza.
Ingresso del microorganismo nell’ospite | > | Infezione | |
Moltiplicazione del microrganismo nell’ospite | > | Patogenicità | Può verificarsi anche con altre modalità |
Modifiche nell’organismo ospite | > | Malattia | Può provocare contagio |
Malattia, ma senza sintomi | > | Portatore | Può provocare contagio |
Capacità di contagiare | > | Virulenza |
IL VIRUS
Il virus responsabile del COVID-19 è un “nuovo” (nel senso che non è stato precedentemente identificato nell’uomo) ceppo di coronavirus (coronavirus-2, SARS-CoV-2): il nome si deve alla sua particolare struttura. Si tratta di una massa centrale (virione) circondata da una corona di masserelle tutte attorno (vedi immagine in alto). Queste ultime sono le proteine di superficie (spikes) importanti nella fase di penetrazione attraverso le membrane delle cellule ospiti.
I coronavirus sono virus che circolano tra gli animali e alcuni di essi infettano anche l’uomo; si trasmettono per via aerea.
I pipistrelli sono considerati ospiti naturali di questi virus, ma anche molte altre specie di animali sono considerate fonti. Ad esempio, il Coronavirus della sindrome respiratoria del Medio Orientale (MERS-CoV) viene trasmesso all’uomo dai cammelli. Mentre la sindrome respiratoria acuta grave Coronavirus-1 (SARS-CoV-1) viene trasmessa all’uomo dallo zibetto.
LA MALATTIA
La malattia causata dal virus è la sindrome respiratoria acuta grave Coronavirus-2 (SARS-CoV-2, COVID-19): il virus, penetrando attraverso le vie aeree superiori, arriva al polmone, ove determina una grave forma di polmonite (polmonite interstiziale) che pregiudica gravemente gli scambi gassosi. Ciò provoca una grave insufficienza respiratoria, altamente letale in un numero elevato di casi, specie se si associano trombi, indotti dal virus, sia nei polmoni che in altri organi od apparati. La sintomatologia che ne deriva è costituita da febbre, tosse, difficoltà respiratoria, dolori diffusi e sintomatologia ischemica nelle diverse localizzazioni dei trombi. Tuttavia in oltre la metà dei casi l’infezione decorre in maniera del tutto asintomatica.
PREVENZIONE
Trattandosi di malattia trasmessa per via aerea la prevenzione consiste nell’uso di mascherine di diverso tipo (chirurgiche, ffp2, di stoffa, ecc: l’importante è che siano di materiale adeguato e che coprano contemporaneamente naso e bocca). Importanti sono i guanti (in latex o anche semplicemente di materiale plastico), le visiere in plastica ed il gel antisettico per garantire una buona protezione alle mani, per impedire che eventuali particelle virali vengano portate, distrattamente, al viso. Un’altra manovra utilissima è il lavaggio scrupoloso delle mani, specie al rientro a casa. Infine, il distanziamento fisico (= rispettare una distanza di sicurezza con le persone con cui si viene a contatto) costituisce una valida difesa nei confronti di questa infezione.
TERAPIA
Non esiste una terapia specifica, sin’ora, nei confronti di questa malattia; i farmaci antivirali che sono stati utilizzati non hanno dimostrato sicura efficacia. Viceversa sono stati impiegati con successo i cortisonici (specie il desametasone), le eparine a basso peso molecolare e l’ossigeno-terapia. Quest’ultima si è visto avere buoni risultati se utilizzata attraverso un casco (C-Pap), specie nelle fasi piuttosto precoci della malattia. Anche i sieri iperimmuni (siero purificato proveniente da soggetti con recente malattia) hanno trovato un loro spazio di impiego, specie se somministrato prima che la malattia arrivi in fase di gravità. Sono allo studio altri farmaci, molti dei quali tuttavia non hanno superato la fase dell’uso clinico.
VACCINI
In questi giorni è iniziata, in Italia, la campagna vaccinale contro questo Coronavirus. Senza addentrarsi nella disamina dei vari vaccini proposti, bisogna sapere che la vaccinazione consiste nell’iniettare una sospensione – che contiene particelle virali, sia morte, vive ma inattivate, o create in laboratorio – nell’organismo ospite. L’importante è che questa sospensione abbia una buona capacità immunogena (adatta a stimolare le cellule immunitarie) ed induca alla produzione di anticorpi specifici. Per potenziare questa risposta immune è necessaria una ulteriore stimolazione, mediante una iniezione di un’altra dose di vaccino (richiamo), dopo un certo lasso di tempo. Questo farà sì che l’individuo vaccinato abbia nel proprio sangue un alto livello di anticorpi, che lo proteggeranno da ulteriori, future, infezioni. Perché ci sia una protezione non solo individuale, ma di massa, è necessario che la vaccinazione coinvolga la maggior parte della popolazione.
Dr. Giovanni Mannino
Infettivologo