Con questo articolo sull’attuale terapia nella infezione da covid-19 arriviamo al terzo documento sulla pandemia in corso. Il precedente trattava l’argomento dei vaccini mentre il primo faceva una analisi generale dei problemi legati al virus.
Questo articolo e’ stato scritto dal Dott. Giuseppe Parasiliti, socio e medico volontario della nostra associazione.
Le fasi iniziali della pandemia da covid-19, nei primi mesi del 2020, sono state disastrose. Le strutture sul territorio, trascurate da anni, non sono state in grado di fronteggiare questa emergenza sanitaria. La inadeguatezza ha interessato un po’ tutti e si e’ avvertito un disorientamento collettivo….
La “scienza” sembrava brancolasse nel buio di fronte ai vari bollettini che arrivavano dall’estero prima e dalle nostre regioni del nord dopo.
Gli ospedali erano in affanno e in prima linea, il numero dei decessi in continuo aumento, elevato il numero dei contagiati e dei ricoverati. Le terapie, inefficaci contro questo virus, nuovo per molti aspetti, hanno costretto politici e operatori sanitari a focalizzare in fretta il problema e a combatterlo al meglio. Tutto questo in una situazione resa ancora piu’ caotica dalla contraddittorieta’ e ambiguita’ di politici e amministratori locali in cerca di visibilita’!!!…
In seguito a riscontri autoptici a Bergamo e Milano, l’attenzione, inizialmente rivolta alla polmonite interstiziale dei malati colpiti dal covid-19, fu successivamente seguita dalla osservazione delle micro-angiopatie trombotiche e massive tep (trombo-embolie-polmonari).
Come per ogni malattia che meriti la massima attenzione e cautela sono state individuate, per semplificare, diverse fasi:
Fase 0 – Prevenzione
E’ la fase importantissima della prevenzione in cui si devono mettere in atto tutte le cautele necessarie per evitare e ridurre al minimo la diffusione del contagio:
- uso della mascherina
- igiene frequente delle mani
- distanziamento interpersonale (errato dire “sociale”)
- aerazione dei locali
- evitare assembramenti specie in luoghi chiusi (locali, mezzi di trasporto…)
Prima fase – Primi sintomi
Quando si avvertono i primi sintomi premonitori dell’infezione (mal di gola, stanchezza o indolenzimento muscolare, rinite, congiuntivite, cefalea, spossatezza, febbre, poca tosse secca, vomito, poca diarrea…non necessariamente confluenti) in terapia domiciliare si consiglia:
- Riposo
- Idratazione
- Vitamine C, D
- Alimentazione adeguata
In caso di febbre (che in genere non supera 38,5°) non va dato il paracetamolo (tachipirina), perche’ favorisce la deplezione di glutatione nel fegato.
- Farmaci antivirali (ritonavir, lopinavir, favipiravir, remdesivir…) difficilmente utilizzabili dalle persone infette e al loro domicilio. Fra questi il piu’ usato (in America e in qualche centro italiano per qualche noto politico ricco di italiche virtu’) e’ il remdesivir (ridurrebbe il tempo di degenza in ospedale. Ma e’ molto costoso e non efficace secondo l’ oms).
- In questa fase viene anche consigliata La idrossiclorochina, (100 mg/die), la sua azione sarebbe simile agli antivirali blocando il legame tra il virus e il recettore. (utilizzata in passato nel trattamento della malaria, nel lupus, artrite reumatoide. Poco costosa, ma non indicata se sono presenti allergie, qt lungo, favismo). La sua efficacia e’ molto controversa. Risultati positivi sono stati riscontrati a Piacenza.
Se e’ presente interessamento polmonare, e’ molto probabile una sovrainfezione batterica, quindi:
- doppio antibiotico (azitromicina – beta lattamico o cefalosporina)
- protezione gastrica con inibitori di pompa protonica (prazoli)
- attualmente, anche nella prima fase (remuzzi) si consiglia un antinfiammatorio non steroideo: nimesulide (100 mg x 2, secondo uno studio francese) e inibitori della cox-2, (celecoxib, etoricoxib…)
- dalla settima giornata, e per pochi giorni, lo steroide (prednisone/deltacortene…0,5 – 1,5 mg/kg, oppure desametasone)per la sua azione di immunosoppressore, che evita la cascata delle citochine a livello polmonare.
- valutazione clinico-strumentale
- esami ematochimici (emocromo, glicemia, funzione renale, funzione epatica, pcr, coagulazione, elettroliti, d-dimero)
- rx torace
Seconda fase – Aggravamento
Eparina subito (quando inizia la tosse, che puo’ facilmente evolvere in polmonite (polmonite interstiziale) e tep (trombo-embolia-polmonare disseminata).
Consigliate le eparine a basso peso molecolare (dose 50 ui/kg x 2, / piu’ usata enoxaparina 6000 u.i. x2)
ormai ritenute imprescindibili come profilassi in diversi tipi di trombosi :
- cardio vascolari
- arteriose periferiche
- venose profonde
Questa e’ la terapia nella infezione da covid-19 fruibile dai contagiati nel loro domicilio sotto stretto controllo medico. E’ stato giustamente detto e riconosciuto da piu’ parti che questa malattia si combatte sul territorio, non in ospedale.
Ricovero ospedaliero
Il ricovero ospedaliero si impone quando i soggetti necessitano di una terapia non erogabile in forma di assistenza domiciliare e si procede per gradi. Si tratta di persone non piu’ giovani, con varie patologie, o con sintomi severi, come forti dolori al torace o al petto, difficolta’ respiratoria, ridotta saturazione di ossigeno.
Le terapie ospedaliere prevedono:
- mascherina facciale con ossigeno
- maschera (cpap) a pressione positiva
- ventilazione meccanica – intubazione oro-tracheale con modifica della ventilazione classica e della prono-supinazione (gattinoni)
- lunga degenza per supporto ventilatorio prolungato
- anticorpi monoclonali, come cura e profilassi (in fase sperimentale)
- sostegno dei parametri vitali cardiovascolari, bioelettrolitici
Considerazioni finali
Questa pandemia e’ stata inappropriatamente considerata da molti (giornalisti, politici, operatori) come una guerra. Gli ospedali sono stati sempre in prima linea, mentre nelle guerre vere sono nelle lontane retrovie. E poi in questo caso il nemico, il virus, e’ invisibile.
Le terapie sopra indicate sono il risultato dell’ impegno profuso dal personale sanitario tutto, che ha pagato un enorme contributo di vite. Si e’ passati da una iniziale poca conoscenza dell’impatto del virus sull’uomo, dagli errori inaspettati della “terapia di approssimazione” nelle prime fasi del contagio, alle linee guida proposte dai nostri virologi, infettivologi, epidemiologi e messe in atto dal governo. Queste hanno evidenziato le carenze di una sanita’ territoriale e i difetti di una parcellizazione della sanita’ devoluta purtroppo alle regioni.
Questa terapia ha consentito a molte persone, giovani e anziani, di sopravvivere alla infezione del virus.
Il 2020 e’stato un anno terribile che ci ha privato di amici, persone care, affetti, liberta’ di muoverci e diritti… col pesante retaggio di oltre 70.000 morti.
Solo verso la fine dell’anno e’ arrivata la bella notizia del primo vaccino anti covid-19.
E’ iniziata la campagna vaccinale. Guardiamo con fiducia al vaccino.