Gli alimenti integrati con vitamine fanno davvero bene?
Sempre più alimenti segnalano in etichetta queste integrazioni. Ma una ricerca di “Foodwatch” svela che in otto casi su dieci non si tratta di scelte salutari. “Alcune vitamine se assunte in dosi eccessive possono causare danni” afferma il nutrizionista.
Leggere sull’etichetta di un alimento “con aggiunta di vitamine” non significa che faccia piu’ bene. Anzi, può essere un campanello d’allarme a cui prestare attenzione perché «questi prodotti possono contribuire a una dieta povera e, quindi, allo sviluppo di malattie croniche».
In molti casi, quindi, pare che questa segnalazione sia messa in risalto solo per attirare i clienti. A rivelarlo è una recente inchiesta condotta da Foodwatch , un’organizzazione no-profit che si occupa di alimentazione, con sedi a Berlino, Amsterdam e Parigi.
L’inchiesta di Foodwatch
I ricercatori hanno analizzato la composizione nutrizionale di 644 prodotti che reclamizzano l’aggiunta di vitamine. E’ stato scoperto che nell’80% dei casi non soddisfano i requisiti nutrizionali stabiliti dall’ufficio europeo dell’OMS. Ben 515 alimenti, infatti, sono risultati troppo ricchi di zuccheri, grassi o sale.
Lo studio di “Foodwatch” ha preso in esame prodotti presenti nei supermercati e discount tedeschi e olandesi. Molti dei marchi presi in considerazione nel loro studio si trovano anche sugli scaffali italiani. Tra le fila dei bocciati ci sono soprattutto bevande dolcificate (252 prodotti) e succhi di frutta (92), anche se non mancano dolci (59), yogurt (30) e cereali per la colazione (23).
Nella sua inchiesta Foodwatch ricorda che nel 2006 e’ entrata in vigore la European Nutrition and Health Claims Regulation EC 1924/2006 (NHCR). Questa legge mira proprio a mettere fine all’uso ingannevole di falsi messaggi salutistici. Nella pratica, però, è successo il contrario.
le aziende del settore possono utilizzare solo messaggi salutistici che siano “scientificamente comprovati”. Purtroppo l’ Unione Europea non ha mai stabilito i criteri nutrizionali che gli alimenti dovrebbero rispettare per permetterne l’uso. E così, scrivono i ricercatori, «è ancora perfettamente legale utilizzare messaggi nutrizionali e salutistici. Anche se i prodotti contengono troppi grassi, sale o zuccheri per essere considerati salubri e nutrienti».
Conclusioni
Pietro Antonio Migliaccio, nutrizionista, dietologo e presidente dalla Società italiana di scienza dell’alimentazione, mette in guardia soprattutto dai prodotti che reclamizzano un’aggiunta di vitamine A, D, E e K. «Si tratta di vitamine liposolubili, che quando vengono ingerite in eccesso si accumulano nel fegato e possono provocare dei disturbi alla salute».
Se ingeriamo più vitamina B o C, spiega il medico, non succede nulla, perché sono idrosolubili e vengono eliminate facilmente dal nostro organismo. Ma se ingeriamo troppa vitamina A, dice Migliaccio, può causare diversi problemi. Sulla pelle puo’ causare prurito e, se l’eccesso è notevole, possono addirittura cadere i capelli. Puo’ causare stanchezza, disturbi dell’apparato intestinale e si possono verificare anche mal di testa, nausea, inappetenza e danni epatici. Insomma, taglia corto il medico, quando c’è l’aggiunta di vitamina A e D, questi prodotti possono essere non necessari e addirittura dannosi. Sarebbe bene consultare un medico prima di farne uso.
Ma queste vitamine, quindi, non servono proprio a niente? Tra la popolazione non c’è una carenza media di vitamine, se non per specifiche vitamine e determinati gruppi di persone, spiega ancora Migliaccio. Per esempio, tra gli anziani spesso si registra un deficit di vitamina D. In ogni caso bisogna capire che prima di prendere degli alimenti con aggiunte di sali minerali o di vitamine bisogna consultare un medico.